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•• 08.06.07 ••
Biografilm celebra i narratori di vita

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Il secondo giorno di Festival ha visto la celebrazione di due figure assai diverse, ma legate dall’aver impostato il successo della loro carriera sulla narrazione di storie di vita. Donn Alan Pennebaker, insieme alla compagna di una vita Chris Hegedus, è il documentarista rock per eccellenza. Esponente del Direct Cinema, la regola del suo lavoro è semplice e spiazzante. La camera deve essere invisibile, nessuno deve guardare in macchina. “Una volta che li hai condizionati a distoglier lo sguardo dalla macchina, fanno qualsiasi cosa” così riassume il suo metodo. Inizia nel 1967, sul palco e nel backstage del concerto londinese di Bob Dylan, l’avventura di Donn Alan nel mondo del rockumentary, genere da lui stesso fondato con il capolavoro Don’t look back. Pennebaker, classe 1925, dimostra lo spirito curioso di un dodicenne e ne va fiero. La sua cinepresa ha documentato alcuni fra i più grandi musicisti di tutti i tempi, Duke Ellington, Jerry Lee Lewis, Otis Redding, Jimy Hendrix, Janis Joplin fino a David Bowie nella sua ultima esibizione nei panni della rock star “glam” Ziggy Stardust. “Le persone e gli artisti con cui amo, e ho amato, lavorare sono quelle che hanno qualcosa da insegnarmi. Siano essi dei musicisti, delle celebrità o dei drogati, l’importante è che attraverso il loro contatto possa nascere un’alchimia inedita”.

Donn Alan si è detto certo che il connubio tra politica e musica rock non abbia perso il potenziale che ha dimostrato con i suoi documentari per oltre cinquanta anni, nonostante la MTV generation politica e musica sono due forme di show, che hanno bisogno di un palco e di un pubblico da conquistare. Il problema sarà quando questo pubblico non avrà più un pubblico. A quarant’anni da Don’t Look Back, Biografilm in collaborazione con il Bellaria Film Festival, ha reso omaggio al regista con una retrospettiva che ha portato a Bologna la sua produzione “rock” da Jimi Plays Monterey (1985) a Jerry Lee Lewis (1990) da Don’t Look Back (1967) a Ziggy Sturdust and The Spider from Mars (1973). Per l’occasione è anche stato presentato il volume Pennbaker Associates, cinema musica e utopie a cura del critico Luca Mosso, in cui numerosi saggi ripercorrono la lunga carriera della coppia D.A. Pennebaker, Chris Hegedus.

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Il secondo omaggio della giornata è stato conferito a Gianni Minà, storico e biografo che ha dedicato la propria vita ad una visione etica del giornalismo. La presentazione in video della lunga intervista televisiva con lo scrittore ed ex dissidente cileno Luis Sepulveda, ha dato occasione di capire quanto lavoro di preparazione si necessario per creare un’empatia così grande con il proprio ospite. La sua lunga carriera lo ha visto collaboratore di quotidiani e settimanali italiani e stranieri, ma il suo lavoro di narratore di vite si è espresso principalmente attraverso centinai a di ore di reportage, di programmi televisivi, e di documentari su personaggi chiave per la storia del novecento come Che Guevara, Mohammed Ali, Fidel Castro, Rigoberta Menchú, il subcomandante Marcos, Diego Maradona. Biografilm, in collaborazione con Lancia, ha scelto Gianni Minà per dare il via al premio Celebration of Lives, creando un’occasione unica per ripercorrere insieme all’autore una selezione di alcuni dei suoi più celebri incontri; Luis Sepulveda, Nino Caporetto e Ilaria Alpi. In un mondo dove il giornalismo tende a dimostrarsi sempre più fazioso ed aggressivo, Gianni Minà ha contrapposto una professionalità seria e scrupolosa, fatta di estenuanti ricerche preventive e di incontri fatti di simpatica, di accoglienza e di franchezza. “Solo attraverso il rispetto della persona che sia ha di fronte e una lenta e metodica seduzione del suo animo è possibile creare un rapporto unico con il proprio intervistato, in modo che questi si apra e ci conceda dei particolari privati, spesso dolorosi della sua vita, offrendo in tal modo una visione inedita dei fatti storici. Il caso dell’incontro con Luis Sepulveda è emblematico, il nostro rapporto si è venuto a creare mentre eravamo a cena in un ristorante alla moda di Roma” sono state le parole di Minà a termine della proiezione della video intervista con lo scrittore cileno.

C.P

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