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    •• 29.06.06 ••

    cine ritrovato.gifA Bologna, dall'1 all'8 luglio, la ventesima edizione della più importante rassegna italiana di film restaurati, organizzata dalla prestigiosa Cineteca di Bologna, con una proposta al pubblico che ogni anno si fa più articolata e diversificata. Una sala per il cinema muto, una per il sonoro, una per i film di formato "largo", e Piazza Maggiore come suggestiva cornice per le proiezioni della sera. Dalla diva di inizio secolo scorso Sarah Bernhardt al kolossal di Bertolucci Novecento (restaurato in occasione dei suoi trent'anni), un'imperdibile settimana di riscoperta di capolavori del passato rimessi a nuovo.

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    •• 12.06.06 ••

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    Dopo cinque giorni di proiezioni, focus, dibattiti e quanto altro, si è chiusa ieri sera la seconda edizione del Biografilm Festival. Sicuramente la manifestazione tornerà ad introdurci le estati anche nei prossimi anni, considerata l'ottima partecipazione del pubblico e l'attenzione che in molti hanno riposto sui film e sull'organizzazione. Ieri sera sono stati annunciati i vincitori di questa seconda edizione, presentati dal direttore artistico Andrea Romeo al fianco della madrina della serata Gianna Serra, già protagonista del festival lo scorso anno.
    Per la categoria Lancia Award si è aggiudicato il premio (assegnato dal direttore artistico) il film di Joe Angio, How to Eat Your Watermelon in White Company (and Enjoy It!), documentario dedicato alla carriera e alla vita di Melvin Van Peebles, grande artista polivalente che con i suoi film, le canzoni, i libri e tante altre forme artistiche, ha dato vita alla blaxploitation.

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    •• 11.06.06 ••

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    Alan Lomax, morto non molto tempo fa, era un etnomusicologo. Ha viaggiato il mondo in lungo e in largo per registrare e conservare la produzione musicale popolare "spontanea", prima che l'automatizzazione globalizzata spazzasse via questo immenso patrimonio. Lomax ha insomma speso una vita per garantire un posto nella storia a innumerevoli specificità culturali. Ma la sua non fu certo solo un'opera di classificazione (che già da sola sarebbe comunque non poco lodevole): da eccellente studioso, seppe tracciare interessanti corrispondenze tra i fenomeni osservati, non senza ottime indicazioni a un livello più generalmente "antropologico". Per esempio, la sorprendente convergenza tra i canti dei manovali scozzesi che battevano letteralmente il ritmo meccanico del proprio lavoro, e quelli più noti degli afroamericani nelle piantagioni del Sud degli Stati Uniti del passato.

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    Si è tenuta ieri sera presso le sale del Cinema Lumière la proiezione del film documentario Josh' trees di Peter Entell. Il film nasce da un'amicizia, quella del regista con Josh Hanig. Quando a Josh viene diagnosticato un tumore al pancreas, capisce che suo figlio Marshall di un anno non saprà nulla di suo padre. Josh chiede a tutti i suoi più cari amici di essere presenti nella vita del figlio, di aiutarlo a capire, e principalmente a sapere, chi era suo padre.
    Biografilm è un festival dedicato alle vite, alle storie di uomini che per non sprofondare nell'oblio vengono ricordati/commemorati per la loro arte, le azioni e i pensieri. In questo caso si cerca di tenere in vita principalmente la memoria di un uomo nel suo essere padre, custodendo per un figlio, ancora troppo piccolo, il suo stesso simulacro impregnato di piccoli gesti fondamentali.

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    •• 10.06.06 ••

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    Dopo essere stato tra i leader di Lotta Continua negli anni '70, e dopo essersi avvicinato agli "arancioni" (anche attraverso un viaggio in India), Mauro Rostagno fonda nei pressi di Trapani "Saman", comunità (tra le sue varie funzioni) di recupero di tossicodipendenti. Lavora anche per l'emittente televisiva locale RTC; il coraggio con cui enuncia apertamente le difformità mafiose presenti nel territorio, e soprattutto le connivenze sospette con i politici locali (anche esplicitamente accusati di favorire la diffusione della droga), lo conducono presto a una straordinaria popolarità tra la gente, ma anche a essere visto con molto sospetto dai "piani alti". Nel 1988 la temperatura si fa incandescente, comincia ad avere contatti con Falcone e Borsellino, chi gli sta intorno ha il sentore che Rostagno sa qualcosa che molti non vorrebbero che sapesse, e in settembre viene assassinato nella sua auto.

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    •• 09.06.06 ••

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    Appuntamento da non perdere quello di stasera alle 22. Al Cinema Lumière sarà proiettato il documentario di Joe Angio, How To Eat Your Watermelon in White Company (and Enjoy It), dedicato alla vita del celebre Melvin Van Peebles. Eclettica, poliedrica, multiforme: tutti aggettivi che non bastano a rendere l'idea della carriera di questo artista. Van Peebles, infatti, ha rincorso l'arte nella sua essenza, scrivendo romanzi, saggi satirici per la fucina francese "Hara-kiri" , componendo canzoni, recitando e dirigendo diversi film. Tutto questo senza mai togliere il piede dall'acceleratore della sperimentazione, della ricerca linguistica e stilistica, utilizzando come unico filo conduttore le sue idee politiche sulla società e sul mondo.

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    Il ritratto di Enzo Ferrari emerso da questo incontro con il figlio Piero e Leo Turrini (autore del libro "Enzo Ferrari. Un eroe italiano") è innanzitutto quello di un uomo costantemente proiettato nel futuro, in nessun modo incline a bearsi sui successi del passato. Spingendosi fino a una certa spigolosità di carattere, fino forse a un certo cinismo: celebre l'aneddoto ricordato dal figlio di quando, alla morte di Villeneuve, si fosse preoccupato immediatamente del pilota che lo avrebbe sostituito il giorno dopo.
    Un personaggio, comunque, di grandissima consapevolezza di se stesso, che non ha mai dimenticato la povertà dei propri inizi. E di enorme coraggio: per comprare la prima auto da corsa ha venduto la casa della famiglia, per buttarsi poi a 50 anni nella straordinaria impresa di costruttore da tutti sconsigliata come temeraria e senza futuro. Un imprenditore che seppe fondare il proprio successo sul muoversi controcorrente: in un'epoca come quella, che aveva voltato le spalle al "romanticismo" del mondo automibilistico per assumere un carattere industriale sempre più impersonale, Ferrari seppe imporre di nuovo la concezione dell'automobile come opera d'arte. Osè anche, caso più unico che raro e forse irripetibile, fare a meno della pubblicità.
    E, concordano Turrini e il Direttore della Comunicazione di Ferrari spa Antonio Ghini, forse è questo che Ferrari potrebbe insegnare alle nuove generazioni di un paese come l'Italia portato per natura a dimenticare i propri eroi: l'irrinunciabilità dell'invenzione, dell'apporto nuovo e personale piuttosto che l'adeguamento a un modello già dato.
    M.G.


    •• 08.06.06 ••

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    Come modella, da quando ha assunto il nome d'arte di Veruschka, Vera von Lehndorff è sempre stata sulla cresta dell'onda, fin dai primi anni '70. Ma ciò che la rende una figura inconfondibile e sui generis è la sua personalità esplosiva, mai paga della gabbia dorata del jet set internazionale. La sua travolgente passione per l'arte (studiata da adolescente prima della carriera da modella) la porta a sperimentare percorsi poco battuti e a lavorare con artisti come Dalì o Antonioni, oltre che tutti i fotografi più ambiziosi di questi ultimi decenni (Avedon, Newton, Mulas...).
    Paul Morrissey, cineasta lanciato anni fa dalla prestigiosa scuderia di Andy Warhol, firma Veruschka, a life for the camera, l'accattivante ritratto di un'artista bellissima e controcorrente, cui gli abiti di lusso della top model sono andati sempre troppo stretti, e che si è sempre rialzata dai suoi episodici ma frequenti attacchi di depressione con una spinta sempre nuova a osare, sperimentare, creare e spingersi oltre.
    M.G.


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    E' iniziata nel migliore dei modi la seconda edizione del Biografilm Festival. Grande è infatti risultata la partecipazione del pubblico ieri sera all'inaugurazione della manifestazione.
    Dopo le proiezioni pomeridiane di Walt: The man behind the Myth, documentario sulla vita del celeberrimo Walt Disney, e del film in anteprima American Dreamz di Paul Weitz, la giornata è proseguita in attesa dell'evento principale, l'incontro con Moira Orfei. Un omaggio ad una donna che negli anni si è spesso trovata nelle vesti di un equilibrista, è proprio il caso di dirlo, tra Cinema e Circo, diventando sempre più icona italiana nel mondo. Alle 20 e pochi minuti, eccola arrivare presso le sale del Cinema Lumière e, accompagnata lungo il classico tappeto rosso dal direttore artistico Andrea Romeo, dirigersi verso la folla che fino ad allora la aveva attesa.

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    Nei primi anni 90, Marc Eliot con il suo "Il principe nero di Hollywood" dipingeva un Walt Disney al negativo, maccartista, antisemita, sfruttatore e via degenerando. Poco tempo fa, Mariuccia Ciotta ha scritto "Walt Disney, prima stella a sinistra", libro in cui si riabilita la figura umana del magnate dei cartoons, osandone anche un identikit politico nuovo.
    E' lei a presentare direttamente i suoi studi al pubblico di Biografilm, insieme al disegnatore e entusiasta disneyano Roberto Grassilli. Ciotta tiene soprattutto a ricordare il ruolo di prim'ordine svolto da Disney nell'ambito del grande progetto di risanamento statunitense del New Deal. Nei primi anni 30, gli USA dovevano fronteggiare la spaventosa crisi economica del '29; il presidente Roosevelt (amico personale di Walt) puntò moltissimo sulla rinascita di un immaginario ottimista e condiviso al fine di facilitare la ripresa. Roosevelt sostenne finanziariamente Disney affinchè lo aiutasse attivamente in questo grande progetto di rinascita di una nazione e di un immaginario.

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    •• 07.06.06 ••

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    Al via stasera la selezione ufficiale di Biografilm 2006: alle 22.00, l'appuntamento è con il documentario di E. Landler e B. Byer I Build the Tower.
    Sam Rodia è figlio di immigrati italo-americani, sbarcati alla fine dell'800. Dopo un matrimonio fallito e una passionaccia per l'alcool, mette la testa a partito, si trova un lavoro, e nei ritagli di tempo per più di vent'anni costruisce nel cortile di casa sua a Watts, un quartiere suburbano di Los Angeles abitato perlopiù da immigrati, un insieme di torri altissime, con materiali di fortuna. Uno spettacolare e imponente complesso di pezzi di ferro decorati con cemento, cocci di bottiglia, conchiglie e quello che gli capitava sottomano. Poi un bel giorno (anche perchè il quartiere e la sua gente nel corso della seconda guerra mondiale erano molto cambiati) molla tutto e va a stare dai parenti a Martinez. E le torri? "Per me possono anche buttarle giù".

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    E' dedicato a Giffoni Experience il primo numero della collana I Grandi Festival, con la quale Festival of Festivals racconta i valori delle principali manifestazioni italiane, ne segnala le eccellenze, racconta e conserva la storia. Un’operazione editoriale in grado di consacrare e divulgare i contenuti e la storia dei festival più importanti d’Italia.
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