Disney ne esce così come un uomo di valori profondamenti democratici. Se usò il pugno di ferro nello sciopero che i suoi lavoratori gli mossero nel '41, è perchè l'allora sindacato di sinistra tendeva ad allontanarsi da Roosevelt per guardare a un Partito Comunista Americano che all'epoca appoggiava apertamente Mosca (il che significava essere contrari all'intervento USA nella seconda guerra mondiale, tra le altre cose). Disney si anticomunista, ma tutta una serie di distinguo vanno operati.
Grassilli concorda su questi punti, e sottolinea soprattutto la necessità di correggere l'immagine di Disney come "gigante hollywoodiano" che schiaccia la libertà. Lui era, in fin dei conti, un produttore indipendente, che creò Mickey Mouse in risposta agli screzi con la Universal, e lottò sempre per mantenere la propria indipendenza e voglia di sperimentare, per non farsi imbrigliare da major poco inclini al rischio.
Non è un caso allora, rilancia Ciotta, che il Mickey Mouse delle origini era un personaggio quasi anarchico, ribelle, pronto a vivere alla giornata per salvaguardare la propria indipendenza.
M.G.