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•• 09.06.07 ••
Storie di famiglia a Biografilm

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Nella giornata dedicata all'Omaggio del celebre musicista Afrobeat Fela Kuti, una sottile linea rossa ha collega i film di Biografilm Festival ; tre film, tre storie di uomini e donne diverse ma accomunati da un passato rimosso di dolore e di tragedie. L’evento catalizzatore di queste terribili memorie è la seconda guerra mondiale, con i suoi orrori e la sua insensata crudeltà. La percezione che trasuda dai ricordi in prima persona è la consapevolezza che l’attualità corrisponda ad un periodo di cerniera, che collega il tempo della memoria umana, tramandata da chi è sopravvissuto all’Olocausto, a un prossimo futuro in cui il ricordo sarà esclusivamente mediato attraverso i documenti che sono stati lasciati dai testimoni.

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Così la filmmaker Linda Hattendorf scopre che a pochi isolati dal suo appartamento di New York vive per strada un uomo orientale, nato a Sacramento ma cresciuto a Hiroshima, che vive grazie ai suoi disegni, ma che attraverso di essi comunica tutto l’orrore che è passato davanti ai suoi occhi. Linda dopo aver accolto l’artista homeless sotto il proprio tetto, inizia a costruire un rapporto di profonda amicizia con l’anziano pittore che pian piano ritrova il coraggio di descrivere il suo passato. La devastazione di Hiroshima, i campi di internamento in cui fu costretto negli Usa, i coloratissimi gatti, sono i temi delle pitture di Mirikitani, che grazie a Linda otterrà assistenza, una casa e un lavoro, in altre parole una nuova vita. Girato con una palmare digitale e con pochissimi mezzi, The Cats of Mirikitani è un film in cui la regista ha messo in gioco molto più se stessa che la propria professionalità, aprendo la sua casa ad uno sconosciuto che si è rivelato un tesoro ancora da scoprire.

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The End of the Neubacher Project di Marcus J. Carney dimostra invece fino a che punto un regista possa mettere in gioco se stesso e la sua famiglia. Marcus è cresciuto in una famiglia austriaca benestante ma che serba un segreto terribile. La pesante eredità di Hermann Neubacher grava sulla sua stirpe, ma il legame con la gerarchia nazista sembra essere stata rimossa. “Il morbo di Neubacher” come lo ha definito lo stesso Marcus sembra incidere sulla coscienza e sulla volontà dei suoi famigliari e attraverso il suo film ne vuol sviscerare i segreti. Marcus riprende ossessivamente per oltre 8 anni ogni tipo di rapporto con la propria famiglia, compreso le telefonate, affrontando anche momenti altamente drammatici come la grave malattia che ha corroso il corpo della madre. I video girati da Marcus, accostati al materiale di archivio riscoperto da Marcus creano un’insieme che trascende il genere dell’home movie, trasformando un film-ritratto sulla propria madre in un film politico su una generazione cresciuta senza la consapevolezza del passato. Un film difficile da realizzare, perché ovviamente non tutti sarebbero in grado di rendere pubblico un passato così difficile, ma anche difficile da vedere poiché l’esposizione del dolore vero, e soprattutto della morte, rimane comunque uno dei tabù inviolabili del cinema. “Ho potuto filmare la morte di mia madre perché il dolore che ho sopportato nel sentirmi escluso dalla mia famiglia è stato molto più forte, forse inimmaginabile per chi non ha vissuto un’esperienza analoga”.

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Il programma si è poi chiuso con Tovarisch, I Am Not Dead, un lungo a ritroso nel tempo percorso compiuto da Garri Urban, seguito dalla videocamera del figlio Stuart. Garri, un tranquillo padre di famiglia, pubblicò oltre 20 anni fa una biografia in cui descriveva le incredibili vicende che lo avrebbero visto protagonista durante la seconda guerra mondiale. Garri sarebbe sopravvissuto agli orrori dell’Olocausto e dei terribili Gulag sovietici, sarebbe stato accusato di essere una delle spie più pericolose per la Russia, avrebbe vissuto una amore passionale e lo avrebbe perduto per oltre 50 anni a causa del KGB, ma la sua autobiografia non aveva documenti in grado di supportare le sue tesi. Nel 1992, dopo la caduta del muro di Berlino, Garri e Stuart sono partiti alla volta di Mosca per ottenere il suo dossier. Il rapporto tra padre e figlio traspare attraverso l’occhio della cinepresa di Stuart, che documenta con trasporto le scoperte sensazionali che Stuart compie nei confronti di suo padre Garri. Si tratta però di una strada senza fine che si perde nei campi dell’Ucraina, poiché anche dopo la morte del padre, Garri non conoscerà mai la vera storia del padre. Tante domande trovano risposte, ma altrettante questioni nascono dalle nuove scoperte.

C.P.

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