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•• 24.05.07 ••
Diario da Cannes (giorni 5-6-7)

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Il Festival a Cannes entra nel vivo e festeggia il sessantesimo compleanno con la proiezione del film collettivo Chacun son cinéma (A ciascuno il suo cinema), un collage di 33 cortometraggi di circa tre minuti l’uno, prodotto con un budget di venticinquemila euro ciascuno. 35 grandi registi, selezionati tra le ex Palme d' Oro e gli ex presidenti della giuria, tra cui Angelopoulos, Zhang Yimou, Cronenberg, Kaurismaki, Loach, Inarritu, Polanski, Wong Kar Wai, De Oliveira, Jane Campion, Wenders, Von Trier, Nanni Moretti, i fratelli Coen e i fratelli Dardenne e molti altri. Un modo straordinario per festeggiare un compleanno straordinario.

Nel concorso ha suscitato molto interesse la docufiction Tehilim del regista francese Raphael Nadjari. Nato a Marsiglia, Nadjari gioca in casa con un film su una famiglia di Gerusalemme sconvolta dalla misteriosa scomparsa del padre. Un film piccolo per un regista poco conosciuto in mezzo a tanti nomi di giganti è, comunque, una bella sorpresa.
Due graditi ritorni sulla Croisette sono A mighty heart di Michael Winterbottom e Paranoid Park firmato da Gus Van Sant. Winterbottom ritorna nel campo della fiction documentaria ricostruendo la drammatica vicenda di Daniel Peral, il giornalista rapito e decapitato in Pakistan nel 2002. Van Sant, guru del cinema indie made in Usa, torna invece in mezzo agli adolescenti raccontando per immagini uno skate park, considerato il luogo più malfamato di Portland. La curiosità del film riguarda la scelta del cast, che è stato costruito grazie alla comunità virtuale di Myspace. Le due pellicole hanno strappato discreti applausi, ma non sembrano avere le carte giuste per ambire alla Palma d’Oro.

Applausi e polemiche invece per Quentin Tarantino. Il suo attesissimo Death Proof, a Cannes nella versione single-feature, ha divertito e scioccato con la sua commistione di b-movies, donne vendicative e western all’italiana. Il film di Tarantino è uscito negli Usa, abbinato a Planet Terror di Robert Rodriguez, col titolo Grindhouse e non ha ottenuto il grande successo di pubblico che ci si sarebbe aspettati. A Cannes, dove i fan di Tarantino siedono anche nel pubblico dei critici, il film è stato molto applaudito ma alcune polemiche sono nate in sala stampa quando è stato fatto notare che un film del genere poco ha in comune con lo spirito di un festival come quello di Cannes. C’è comunque chi ha dato Tarantino favorito per la Palma d’Oro ancor prima di aver visto il film e ancora la pensa così!

L’Italia è la grande assente nel concorso, ciononostante la sezione speciale Le Certain Regard, ha riservato oltre dieci minuti di applausi per l’unico film italiano del Festival, Mio fratello è figlio unico di Daniele Lucchetti. Tratto dal romanzo Il Fasciocomunista di Antonio Pennacchi, il film ha fatto chiedere a molti critici presenti quale fosse il motivo dell’esclusione di un film di questo livello rispetto ad un concorso che, per ora, non ha ancora soddisfatto le aspettative.

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