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•• 03.01.07 ••
Nanni Moretti rinuncia alla direzione artistica del Torino Film Festival
morettiweb.gif L’annuncio della nuova direzione artistica del Torino Film Festival, affidata a Nanni Moretti, è stato dato il 27 dicembre nel corso della conferenza stampa, tenutasi al Museo Nazionale del Cinema, da Alberto Barbera che è stato direttore del festival torinese e di quello veneziano nonché attuale direttore del Museo Nazionale del Cinema e dagli assessori alla Cultura della Regione, Provincia e Comune.
La decisone è stata presa di comune accordo con gli enti locali, principali finanziatori del festival, che sentono l’esigenza del rinnovamento della manifestazione e il desiderio di rilanciare il festival per dargli maggiore visibilità e competitività, forse anche spaventati dal successo mediatico della prima Festa del cinema di Roma.
Il cambiamento non coinvolgerebbe solo la direzione artistica, ma anche il passaggio dell’organizzazione dall’Associazione Cinema Giovani, che se ne occupava da oltre vent’anni, al Museo Nazionale del Cinema.
La decisione ha acceso però immediate polemiche da parte dell’Associazione Cinema Giovani, in particolare dal presidente Gianni Rondolino che, detenendo il marchio del festival, ha minacciato di organizzare una rassegna alternativa.
La risposta di Moretti, da sempre famoso per il suo carattere puntiglioso, non si è fatta attendere e a sole ventiquattro ore ha rinunciato all’incarico: "Con molto dolore rinuncio all'incarico e vi lascio ai vostri problemi di metodo, ai contrasti procedurali, ai rancori personali"


La scelta di Nanni Moretti era avvenuta di comune accordo tra gli enti locali e Alberto Barbera, che probabilmente hanno pensato a Moretti come ad un personaggio chiave per creare un terzo polo tra Venezia e Roma, e il regista, da sempre ‘amico’ del festival torinese, ha accolto l’incarico con positività “…ho accettato la proposta del Museo Nazionale del Cinema di assumerne la direzione artistica nella speranza di contribuire al suo rafforzamento, che non può che partire dal rilancio della sua identità più autentica e dal rinnovo della sua formula, con l’intento di renderla più efficace nei confronti dei cambiamenti in atto nell’industria del cinema e nel panorama dei festival. Mi auguro che i due direttori delle ultime edizioni, Giulia D’Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto, accettino di condividere con me questo impegno”.

Ma il cambio di direzione e organizzazione non è stata accolta con altrettanta positività da Gianni Rondolino che si è ribellato al fatto di essere messo da parte dagli enti locali, ha parlato di ribaltamento della tradizione, e ha tentato una difesa dei due direttori della rassegna, Giulia D’Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto.
Gli attacchi alla candidatura di Moretti, hanno spinto il regista a desistere e a rinunciare all’incarico: "Pensavo che la mia candidatura potesse aiutare un festival che ho sempre seguito e amato. Purtroppo, invece di semplificare, la mia presenza ha complicato le cose. Si è creata subito un'atmosfera di tensione, polemiche e accuse reciproche (…). Avrei voluto fare un festival condiviso da tutti coloro che amano il cinema, purtroppo però questa vicenda nasce male, c'è come un'ombra che non mi farebbe lavorare con gioia ed entusiasmo".
Un fulmine inaspettato per la manifestazione che si è sempre distinta per continuità e coraggio nelle scelte culturali, le polemiche la mettono ora in una situazione delicata e ne compromettono il futuro, preoccupazioni che appaiono anche dalle parole amareggiate del sindaco Sergio Chiamparino: "Mi auguro che Moretti ci ripensi. Mi ero impegnato a parlare con tutti e a cercare di creare un clima favorevole".
Telegrafico il commento di Rondolino: "Mi spiace molto per Nanni Moretti, persona che stimo da sempre, ma probabilmente la sua candidatura non è nata nella maniera giusta".

A spingere Moretti alla rinuncia, oltre al suo carattere poco conciliante, sono stati, oltre alle polemiche con Rondolino, anche i numerosi attacchi della stampa, sia di destra che di sinistra, che non hanno risparmiato le critiche sulla scelta del regista come direttore artistico, accusando il festival di vendersi l’anima e chiamare un regista di grido per attirare pubblico, oltre al rifiuto di D’Agnolo Vallan e Turigliatto alla sua offerta di collaborazione.
Ma le polemiche non sono finite perché Barbera e Della Casa, a seguito del cambio di direzione, hanno chiesto le dimissioni dal Museo del Cinema e dopo la rinuncia di Moretti la situazione si è complicata, come afferma Barbera: "Allo stato attuale non è detto che il Festival si farà né se sarà ancora il Museo a gestirlo. Se ritirassi le mie dimissioni ora sarebbe una pagliacciata, sono tra i responsabili di questa situazione dato che ho indicato Moretti come direttore".
Il suo gesto ha fatto però scendere in campo i circa 50 dipendenti e collaboratori del Museo che chiedono a gran voce il ritorno di Barbera alla guida del Museo, che negli ultimi anni ha registrato una crescita sempre maggiore dei visitatori e ha portato il Museo, unico in Italia, ad una sempre più vasta serie di iniziative e che ha contribuito a fare di Torino un importante polo nel campo culturale e cinematografico.
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