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•• 28.11.05 ••
No Direction Home: Bob Dylan
051128dylan.jpg Tratto da un'intervista di cinque giorni al cantautore che ha sconvolto l'America negli anni della protesta giovanile, il film rappresenta le memorie dello stesso Dylan che ripercorre, con sincerità e malinconia, i momenti del successo improvviso e quelli della contestazione subita. Scorsese suggerisce al pubblico una potenziale chiave di lettura del film: gli occhi di Dylan, specchio di un anima turbolenta e turbata. Le differenze sul volto del cantautore di oggi e quello degli anni Sessanta pesano come macigni. Un'adolescenza perduta, rubata forse, quella che il cantante folk più famoso nel mondo si è visto osannare, lodare e d'un colpo togliere. Il film, della durata di tre ore e trenta minuti, ripercorre quei meravigliosi sei anni (dal 1961 al 1966), che lanciarono un giovane del Minnesota nell'Olimpo della musica, vedendolo usato troppo spesso come mentore di una rivoluzione i cui semi stavano ancora germogliando.

Come attestano le persone a lui più care, Dylan alla politica non si avvicinò mai, le sue erano storie di uomini, persone, famiglie e luoghi, a volte neanche mai esistiti. Da qui un attacco sferzante del suo stesso pubblico, che lo contestò in più occasioni di aver tradito la natura stessa della musica folk, per avvicinarsi, alla fine degli anni Sessanta, a sperimentazioni più vicine al pop. L'abbandono della chitarra classica per quella elettrica, è, assieme alla mancata presa di posizione in ambito politico, il fulcro della discordia attorno a cui ruota l'evoluzione narrativa del documentario.

Sfrenato sognatore, forse troppo sognatore, per poter vivere in una realtà oltremisura politicizzata, o forse ancora troppo giovane per rappresentare la guida spirituale e culturale di quelle masse alla disperata ricerca di un leader.
Un film che ripercorre anni duri, caratterizzati dal primo rigurgito idealista seguito alla guerra, anni di cui tutti ricordano un mondo schiacciato dal clima della guerra fredda che dappertutto si respirava. Il cantautore non viene, però, posto totalmente al centro dell'universo filmico perchè in questa resurrezione degli anni Sessanta sono protagonisti personaggi altrettanto celebri come Joan Baez, Guthrie Woody, Muddy Waters e Odetta.
Un percorso denso e interessante quello realizzato da Scorsese, che aggiunge nuove interpretazioni e nuovi archetipi ad un genere al quale si era avvicinato con film quali Italianamerican, The blues o Il mio viaggio in Italia: il documentario. Il film non sarà proiettato nelle sale, in quanto strutturato per i mercati secondari, sarà quindi possibile reperirlo su tv, dvd o vhs.

Vincenzo Bevar
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