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•• 21.10.04 ••
Torino Film Festival

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Manca meno di un mese all'inizio del Festival di Torino con le sue splendite retrospettive, le sue brillanti sezioni, il suo concorso pieno di sorprese. Diciamocelo, il Torino Film Festival ha uno spazio tutto particolare nel cuore dei festivalieri. Non c'è anno che non riservi soprese e nuove scoperte o che non ci aiuti a riamare autori che avevamo, un po' colpevolemente, messo in secondo piano.

Manca meno di un mese all'inizio del Festival di Torino con le sue splendite retrospettive, le sue brillanti sezioni, il suo concorso pieno di sorprese. Diciamocelo, il Torino Film Festival ha uno spazio tutto particolare nel cuore dei festivalieri. Non c'è anno che non riservi soprese e nuove scoperte o che non ci aiuti a riamare autori che avevamo, un po' colpevolemente, messo in secondo piano.

Solo per restare agli ultimi anni non si può scordare, all'interno della sezione Americana, vero punto di forza della manifestazione torinese, la (ri) scoperta di un autore come James Toback, di cui molti film non sono mai usciti nel nostro paese. E che dire delle piacevolissime retrospettive dedicate a George A. Romero e a John Carpenter. Senza dimenticare il piacere che si può provare ad entrare a caso dentro una sala e scoprire le magie e l'incredibile storia del cinema egiziano.

Insomma, lo avrete capito, il Torino Film Festival è una nostra vera passione.



E il programma di quest'anno non ha certo nulla da invidiare a quelli degli scorsi anni. Quest'anno toccherà a John Landis essere omaggiato. Dell'autore de Blues Brothers, verrà mostrata la filmografia completa, compresi i suoi primi passi nel mondo del cinema. Sempre da oltreoceano viene l'altro autore protagonista da quest'edizione: Richard Fleisher, autore capace di spaziare a trecentosessante gradi tra tutti i classici generi hollywoodiani: dall'epica biblica (Barabba) all'avventura (Ventimila leghe sotto i mari, I Vichinghi) fino al trhiller (Lo strangolatore di Boston).

Luciano Emmer, uno degli autori più originali e autonimi della storia della nostra cinematografia nazionale sarà oggetto di una retrospettiva.



Tra gli altri eventi speciali di quest'edizione si segnala la presentazione della copia restaurata di The Big Red One (Il grande uno rosso) uno dei grandi film di
Samuel Fuller e di Lee Marvin.

Si tratta di un restauro lungamente atteso,
auspicato da Spielberg (che ha sempre considerato il film unispirazione) e da John Milius (cui Fuller aveva
descritto, inquadratura per inquadratura, la sua visione), e che è stato condotto dal critico Richard Schickel sulla
base dello script di Fuller e di materiali messi a disposizione dalla Warner Bros. Unoperazione questa che consente
di riscoprire un nuovo film: 45' in più con reinserimento di 15 scene e l'aggiunta di materiale ad altre 24 per recuperare,
del capolavoro fulleriano contro la guerra (qui la Seconda Guerra Mondiale), il gusto per l'assurdo, lo humor
nero, il senso del tragico e del folle così tipico del suo cinema.


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