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•• 05.02.04 ••
Berlino: I giorno

dieter_kosslickE' partita la 54° edizione del Festival di Berlino. Fanatic About Festivals farà una rassegna stampa quotidiana dei principali giornali italiani e tedeschi che seguono il festival per tenerti aggiornato su ciò che si dice e ciò che si scrive attorno alla Berlinale.
Si parte con un'approfondita intervista rilasciata dal direttore Dieter Kosslick alla Sueddeutsche Zeitung, in cui racconta del rapporto con Cannes e Venezia, del carattere della Berlinale e delle novità apportate al festival, la più importante delle quali sono le proiezioni in digitale. Lasciando da parte la nostalgia Koesslick si vanta che Berlino è il primo grande festival ad aver rinunciato alla pellicola.

Nell'indifferenza dei principali quotidiani italiani è iniziata oggi la 54° Berlinale. Film d'apertura Cold Mountain di Anthony Minghella. Nella capitale tedesca saranno presenti stasera il regista del film e gli interpreti Jude Law e Reneè Zellweger, mentre Nicole Kidman ha rinunciato all'ultimo momento.
La Sueddeutsche Zeitung apre sul Festival di Berlino con un'approfondita intervista al direttore Dieter Kosslick. Fin dall'inizio dell'intervista emerge una vecchia ossessione della Berlinale, la concorrenza con Cannes e Venezia. Kosslick ci scherza su raccontando di come Thierry Fremaux, il direttore di Cannes, gli abbia spedito una lettera piena di auguri qualche giorno fa, mentre per tutto l'anno non ha fatto che soffiarli via titoli. Insomma, prosegue Kosslick, fa tutto parte del grande gioco dei festival del cinema. Kosslick comunque si vanta dei 2900 film che hanno fatto richiesta di iscrizione (500 in più rispetto all'anno scorso) e soprattutto del nuovo sistema di proiezione digitale. Quest'anno a Berlino non ci saranno infatti pellicole. Tutti i film saranno proiettati in formato digitale. Una rivoluzione che Kosslick paragona, non a torto, alla caduta del muro di Berlino.

Kosslick prosegue rimarcando il carattere politico che il Festival di Berlino sta cercando di conquistarsi. Un carattere che a volte si crea casualmente, come quando l'anno passato venne premiato In This World di Michael Winterbottom lo stesso giorno in cui 400.000 tedeschi marciavano per la pace a Potsdammer Platz.

Kosslick non manca di rendere omaggio a Moritz de Hadeln, ricordando l'attenzione che l'ex direttore aveva per il cinema tedesco e chiude vantandosi di riuscire a mandare avanti il festival con un budget di soli 10 milioni di euro, un terzo dei quali coperto da biglietti e sponsor privati.



La Frankfurter Allgemeine Zeitung apre con un fondo di Andreas Kilb, storico critico tedesco, per anni firma prestigiosa di Die Zeit e giurato al Festival di Venezia 2000. Kilb ricorda quando il festival di Berlino era ancora un festival estivo (fino al 1978 il festival si svolgeva a giugno) e quando, soprattutto a Berlino, chi erano i buoni e chi i cattivi era una cosa certa. Oggi viviamo in tempi più ambigui, prosegue Kilb e la nostalgia della guerra fredda diventa una scusa per parlare di Cold Mountain, il film d'apertura, film in cui l'asse che separa il Bene dal Male è in continuo movimento.

Sempre sulla Frankfurter l'inizio della Berlinale diventa una scusa per interrogare tre registi tedeschi della nuova generazione sul ruolo del cinema nella cultura tedesca contemporanea. Romuald Karmakar, Fatih Akin Achim von Borries (i primi due sono quest'anno in concorso) lamentanto, come d'altra parte tutti i giovani cineasti, la difficoltà a trovare finanziamenti e a venir distribuiti. Ma riconoscono che, a differenza di qualche anno fa, quando si preferiva Cannes o Venezia, non è più controproducente per un regista tedesco presentare il proprio film al Festival di Berlino, diventato oggi un valido mercato di livello internazionale.


the_missing
L'autorevolissimo Die Zeit invece preferisce addentrarsi in un analisi sui ruoli femminili nei film presenti alla Berlinale di quest'anno. Katja Nicodemus prende spunto da Cold Mountain di Anthony Minghella e The Missing di Ron Howard per mostrare la tendenza di Hollywood sia, negli ultimi tempi, la mascolinizzazione dei ruoli femminili. Non più vamp seduttive, ma vere e proprie guerriere, non ultima la Uma Thurman di Kill Bill. Un panorama sui nuovi ruoli femminili, che a Berlino verrà mostrato in ogni aspetto, fino alla serial killer interpretata da Cherlize Theron in Monster.



Dell'antica ossessione di rivalsa su Cannes e Venezia parla in abbondanza il Tagesspiegel che, in un articolo dai toni alquanto duri, sostiene che il sorpasso su Venezia è ormai avvenuto. Secondo il quotidiano tedesco la decadenza di Venezia è dovuta in buona parte alle pressioni politiche da parte del governo e dall'incertezza sull'identità del direttore.


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