Nel 1999, dopo una lunga gavetta da stand-up comedian, attore brillante e autore di testi, gli viene offerta la conduzione del Daily Show, una striscia dedicata all'attualità che va in onda sul canale via cavo Comedy Central (quello di South Park, per intenderci). Alcuni appuntamenti fissi del programma: l'interazione tra Stewart e uno sgangherato gruppo di inviati e opinionisti; il commento/controcanto ironico ai fatti del giorno, specie per quanto riguarda gli interventi americani all'estero; lo spazio-intervista (sul filo della provocazione educata) in cui sfilano volti noti dello spettacolo e della politica. I suoi punti di forza: Comicità surreale, prevalentemente verbale, e gran lavoro di montaggio video. Una ricetta poco consueta. Ma il programma diventa enormemente popolare e rispettato presso il pubblico americano proprio durante la gestione Stewart, che, da parte sua, non nasconde posizioni nettamente liberal (per quanto anche il Partito Democratico non sfugga alla satira). Al cinema però solo ruoli di contorno (il professore di Biologia in The Faculty, il corteggiatore tenace di Gillian Anderson in Scherzi del cuore) o apparizioni lampo (un mezzobusto in Jay e Silent Bob in Fermate Hollywood), tanto che lui stesso col passare del tempo non si considererà più un attore. Grande successo hanno invece i libri scritti insieme allo staff del Daily Show, tra cui America (the Book), mentre diversi collaboratori passano a ruoli più impegnativi: su tutti, Steve Carell, lanciato come protagonista da Quarant'anni vergine. Inoltre, vale la pena di ricordarlo, Stewart non è estraneo alle logiche del palcoscenico: in due occasioni ha presentato i Grammy Awards. E se l'è cavata più che bene.

Violetta Bellocchio