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•• 04.09.05 ••
Venezia 62. - Il giorno della Vendetta
0500904vendetta.jpg Inizia a delinearsi uno dei temi di questa 62. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica: la voglia di riccolocare i grandi archetipi della narrazione. Se Ang Lee nei giorni passati ha voluto riraccontare la Storia D'Amore inquadrandola nell'ottica omosessuale, ieri sera Park Chan-wook ha portato in scena la Vendetta nella sua forma più pura con lo straordinario Sympathy for Lady Vengeance.

Geum-Ja esce di galera dopo aver scontato una pena di tredici anni per l'omicidio di un bambino, colpa che non ha commesso. In questi tredici anni, con una determinazione feroce, ha iniziato a progettare la vendetta contro il vero assassino. Costruendo una serie di legami e patti di sangue con le altre detenute si crea una rete di contatti da stringere come un cappio contro il vero colpevole. Scoprirà segreti della propria vittima che daranno alla sua vendetta una dimensione completamente diverse.
Sympathy for Lady Vengeance è fino ad ora il film più completo e bello visto a questo Festival di Venezia. Park Chan-wook costruisce un film di un rigore estetico e formale ineccepibile. Tutto è concentrato a delineare l'obbiettivo finale della donna e la forza che la spinge e il sentimento della Vendetta viene decostruito nella sua natura più pura e più lucida.

Sympathy for Lady Vengeance conclude la trilogia dedicata alla Vendetta iniziata con Sympathy for Mr. Vengeance e Old Boy. Il film uscirà nelle nostra sale azzoppato da un doppiaggio italiano che, per quanto perfetto possa essere, priverà il pubblico del suono della lingua coreana, elemento esenziale e fondamentale di questo film.

La vendetta è anche il tema centrale di Four Brothers, passato ieri sera fuori concorso. Ma il film di John Singleton è di tutt'altra pasta e mostrarlo immediatamente dopo quello di Park Chan-wook è un gioco sottilmente crudele. Quanto il primo è soave e feroce, dolce e crudele tanto questo è gretto e grossolano. I fratelli Gracer tornano a Detroit per seppellire la madre adottiva, morta nel corso di una sparatoria. Inevitable, subito dopo il funerale, la caccia per trovare gli assassini. Una caccia che si risolve nello sparare a qualunque cosa si muova, trasformando le strade in uno scenario da western.
Il film nella sua grossolanità ispira anche una certa simpatia, ma dopo la raffinatazze coreana un fast food unto e puzzolente non è la scelta ideale.


Su Fanaticaboutfestivals.it
>> L'archivio della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia

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