Il documentario di Bartley e O'Brian, favorelove al presidente, non poteva certo passare innoservato e la direzione del festival è stata sommersa di lettere di cittadini italiani e venezuelani che deprecano quello che, secondo loro, è una legittimazione di un regime autoritario. Ma anche i difensori di Chavez hanno fatto pressioni perchè il documentario venga proiettato, sostenendo, giustamente, che il presidente venezuelano è stato eletto democraticamente.
La direzione del Festival dei Popoli ha emesso, di conseguenza, il seguente comunicato:
In questo frangente, si rendono necessarie alcune precisazioni sulla
posizione del Festival dei Popoli riguardo a una questione che è,
ovviamente, di importanza fondamentale.
In primo luogo riteniamo che nessun documentario possa fornire una
rappresentazione completa e obiettiva della realtà. Tutti recano l'impronta
della prospettiva dell'autore e delle relazioni che egli ha stabilito sul
terreno. Sappiamo che non esiste una verità storica. Esistono però i fatti
storici. E quindi si possono avere rappresentazioni più o meno vicine a quei
fatti e anche, ovviamente, intenzionali manipolazioni.
La commissione di selezione del Festival dei Popoli non ha il compito, né
tantomeno potrebbe essere in grado, di valutare le opere presentate da
questo punto di vista. La selezione è condotta in base a criteri di qualità
cinematografica e giornalistica e, per le sezioni tematiche, di interesse
in relazione al tema prescelto - che, se da una parte sono l¹unica garanzia
possibile contro le manipolazioni, dall¹altra non mirano a stabilire in che
misura i punti di vista presentati dagli autori rispecchino i fatti.
Il Festival dei Popoli non sottoscrive quindi nessuna delle interpretazioni
offerte dai documentari in programma. L¹impegno del Festival è solo per la
libertà di espressione del pensiero, che è in contrasto ovviamente con ogni
tipo di censura e senza la quale non può esservi informazione indipendente.
Un tipo di informazione che oggi stenta a far sentire la propria voce sui
grandi circuiti dei media e a cui il Festival ha sempre offerto, e
continuerà a offrire, una vetrina accogliente.
Il documentario The Revolution Will Not Be televised, ne consegue, non verrà
cancellato dal programma della 44a edizione del Festival dei Popoli. Prima
della proiezione verrà dato conto al pubblico della polemica suscitata dal
film, specificando, come sopra spiegato, che non è compito del Festival
prendere una posizione riguardo alla qualità storica dell'opera.