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•• 03.11.03 ••
Mystic River

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Il dolore, che non si riesce ad esprimere, che non si riesce ad ascoltare, che si mangia l'anima, è il tema dell'ultimo, sofferente, film di Clint Eastwood Mystic River. Dopo essersi divertito con due titoli più leggeri come Blood Work e Space Cowboys, Eastwood, si ributta senza pietà in una storia di violenza e solitudine metropolitana.
Mystic River è stato presentato allo scorso festival di Cannes, guadagnandosi i favori della critica ma rimanendo all'asciutto di premi. Ed è un peccato, visto che la Palma d'Oro è andata ad un operazione, per certi versi simile ma molto meno riuscita, come Elephant di Gus Van Sant.

Siamo in pieni anni settanta, Jimmy, Sean e Dave sono tre ragazzini dei bassifondi bostoniani che si divertono a giocare a hockey in mezzo alla strada e a incidere i loro nomi sul cemento fresco. Ma una coppia di finti poliziotti rapisce Dave e lo sottopone a quattro giorni di sevizie. Da quel momento è come se Dave fosse morto, il bambino Dave ha preferito morire per lasciare spazio ad un essere impaurito e sofferente. E i suoi amici, incapaci come tutto il quartiere di ascoltare, preferiscono nel corso degli anni chiudersi nei propri silenzi e nelle proprie sofferenze. Così, quando trent'anni dopo, un delitto avviene nello stesso quartiere, scenderanno in un inferno di relazioni umane, dal quale sarà difficile salvarsi.

Eastwood si butta in temi, la pedofilia, il degrado urbano, la vendetta, su cui molti autori americani in passato sono caduti nella retorica (basta citare il mediocre Sleepers di Barry Levinson). Ma Eastwood, aiutato dall'ottima sceneggiatura di Brian Helgeland, riesce a contenere i toni e a chiudere con un crescendo skakespeariano senza mai scadere nella banalità. Il risultato è un film duro come una lama d'acciaio, che ci entra nello stomaco e non ci lascia uscire riconciliati. A supporto un cast d'eccezione che vede protagonisti Sean Penn, in un film tra l'altro che gli è molto vicino per temi, un misurato Tim Robbins e un Kevin Bacon finalmente ritornato dal purgatorio degli attori semidimenticati.


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