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•• 26.02.04 ••
Cult al TTV

massimiliano_fasoli
Cult Network, il canale culturale della piattaforma Sky e mediapartner del TTV Festival, la manifestazione dedicata a teatro, televisione e video, la cui sezione internazionale si svolgerà a Bologna dal 3 al 14 marzo. Al festival bolognese Cult Network presenta due serata del titolo Performing Cult. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Fasolii, direttore del canale satellitare.

Cosa verr presentato nei due eventi Performing Cult?



Si tratta di due puntate della serie Performer, diretta da Alberto D'Onofrio, un autore molto valido, attivo da molti anni e che, per noi, ha diretto queste dieci puntate dedicate ai performer e alle loro performance. La prima puntata della serie, dedicata a Marce L, stata presentata nella sezione Nuovi Territori della scorsa Mostra del Cinema di Venezia. La serie Performer andr in onda da gennaio fino alla fine di marzo. Dalla fine di marzo, poi, manderemo in onda una serie dedicata alla cultura deejay, continuando cos il lavoro di documentazione della commistione tra musica e performance che stiamo portando avanti.


Siete molto presenti nel mondo dei Festival?



Cerchiamo di essere anche interlocutori a livello istituzionale dei festival e dove c' bisogno cerchiamo di dare una certa visibilit. Tra le altre cose abbiamo fatto un accordo con il Ministero degli Esteri per seguire Europalia, grande festival a Bruxelles, dedicato quest'anno all'Italia. Noi lo abbiamo documentato e cerchiamo cos di essere un veicolo di comunicazione non solo verso gli spettatori, ma anche verso le istituzioni e tra i festival.



In due parole, che cosa Cult Network?



Cult Network un canale tematico indipendente che propone cinema di qualit e cultura a trecentosessanta gradi: musica, arte danza, teatro, performing arts, cortometraggi e comunicazione. E' una realt che esiste ormai da sei anni. All'inizio avevamo un accordo con Stream, accordo che, in seguito alla fusione con Telepi?, stato rinnovato con la neonata Sky fino al 2010.
Il nostro obbiettivo di dare ai nostri spettatori l'idea di cosa sta avvenendo di nuovo in campo culturale, dalle arti visive al teatro, dalla danza alla musica, cercando di comunicare queste tematiche in modo n paludato n saccente. Cerchiamo insomma di essere una finestra di dialogo tra ci che avviene in Italia e i nostri spettatori. Abbiamo legami di partnership con la Biennale di Venezia, in tutte le sue espressioni, dal teatro e l'architettura, alla musica, all'arte e alla danza, con la facolt di Scienze della Comunicazione a Roma con Alberto Abruzzese e i suoi allievi, abbiamo una patnership con la Settimana della Critica alla Mostra del Cinema di Venezia, dove abbiamo istituito un Premio Cult alla miglior opera prima, stiamo coprendo inoltre, tutta una serie di grandi mostre d'arte in Italia, come i Gonzaga a Mantova, la mostra sul Canova. Adesso inoltre partir un magazine dedicato al design internazionale realizzato in collaborazione con la rivista Abitare, mentre a marzo partir un magazine dedicato all'arte condotto da Achille Bonito Oliva.



Voi siete anche produttori?



Si, nei primi sei anni di vita la nostra era una televisione contenitore. Noi compravamo documentari da Arte, da Channel Four, dalla Zdf o da Euroimage. Col passare degli anni abbiamo dato sempre pi? spazio a produzioni originali. Nel 2003 siamo arrivati a proporre, su 120 ore di programmazione non cinematografica, settantasei ore prodotte da Cult, nel primo semestre del 2004 siamo arrivati a 100 ore di prodotto originale. Credo che siamo l'unica realt italiana che produce una parte cos consistente della propria programmazione.



E cosa pensa del restante panorama televisivo?



Io sono un appassionato di cinema e segue molto i film che passano in televisione. Devo dire che, per il resto, il panorama abbastanza desolante. Tranne Rai Tre che mantiene ancora una certa attenzione verso ci che manda in onda, c' un appiattimento generale e l'auditel costringe molto all'abbassamento del livello costringendo a seguire la politica degli ascolti. In questo credo che la pay tv si differenzi. Ovvio che cerca di raggiungere il maggior numero di abbonati, ma lo raggiunge diversificando l'offerta, anzich cercare di fare una televisione generalista.


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