•• 07.03.06 ••
Oscar 2006: La Diretta di FAF

oscarmini.JPG Fanatic About Festival segue in diretta la notte deglio Oscar con un reportage in tempo reale che presenta news ed approfondimenti sul più ambito riconoscimento cinematografico del mondo.
La magica notte delle stelle sarà inoltre commentata in una diretta radio web su Macchiaradio cui la redazione di FAF (Andrea Romeo, Marco Grosoli, Maurizio Buquicchio, Chiara Liberti e Vincenzo Bevar; grande assente la caporedattrice Valentina Re) parteciperà telefonicamente. In studio: Violetta Bellocchio, Matteo Bordone, Michele Boroni, Laura Carcano, Lorenzo De Marinis, Antonio Dini, Gianluca Neri, Simona Siri, Simone Tolomelli.


brokeback.jpg A sorpresa, spiazzando i molti che davano Lee vincitore, la spunta Crash, racconto corale interraziale che in patria ha ricevuto una consistente eco. Fino a questo punto, però era difficile prevederlo.
Un blocco compatto guidava la corsa agli Oscar, ormai in dirittura di arrivo. La stessa cinquina, come non succedeva dai primi anni '80, concorre infatti sia per il Miglior Film che la Miglior Regia.
Si tratta di Brokeback Mountain di Ang Lee (cui è andato Oscar per la miglior regia), l'amore di due cowboy gay nell'America profonda dagli anni 60 in poi; Capote di Bennett Miller, la genesi dolorosa di un capolavoro letterario ("A sangue freddo") condotta da un Philip Seymour Hoffman in stato di grazia; Goodnight and Good Luck di George Clooney, attenta disanima dello spinoso rapporto tra TV e maccartismo negli anni '50; il controverso e romanzato rescoconto della vendetta seguita all'attentato di Monaco in Munich di Steven Spielberg.

[continua]
•• 06.03.06 ••
Il medagliere: 12 Oscar x 4 film
oscar_2_060306.jpgE' finita con un quadruplo ex-equo la serata degli Oscar. A pari merito, con ben tre statuette, si sono piazzati I Segreti di Brokeback Mountain (Miglior Regia Ang Lee, Migliore sceneggiatura non originale e Migliore Attore non protagonista), King Kong (Migliori Effetti speciali, Miglior Suono e Miglior Montaggio Sonoro), Crash (Miglior Film, Migliore Sceneggiatura originale e Miglior Montaggio) e Memorie di una Geisha (Migliori costumi, Migliore Scenografia e Migliore Fotografia). Il film di Ang Lee supefavorito alla vigilia si è scontrato contro un muro di oppositori, riuscendo a portare a casa, è il caso di dirlo, "solo" tre statuette. Grande sorpresa invece per Memorie di Una Geisha e per Crash, eletto, un po' a sorpresa, Miglior Film. Tra i tanti altri premi da sottolineare come purtroppo nessuno dei tre italiani candidati sia riuscito a vincere nulla, ma nonostante tutto ha fatto piacere rivedere un film italiano, quello della Comencini, tra i primi cinque nella categoria dedicata ai film stranieri. Amaro in bocca anche per Capote che conquista un solo Oscar con Philip Seymour Hoffman, miglior attore protagonista. Il premio della migliore attrice protagonista è andato inceve a Reese Whiterspoon, interprete di un "poco nominato" Walk the Line. Una serata tutto sommato piena di sorprese quindi che come sempre ha creato scontenti e soddisfatti, davanti a delle premiazioni spesso contro tendenza. V.B.

hoffman.capote.jpg Ed è proprio Philip Seymour Hoffman, a sbancare, a confermare le azzeccate scommesse. Sale sul palco, surclassa gli altri attori in lizza per la statuetta, e ringrazia, colmo di emozione e con un visibile tremolio delle mani.
Nella sfida affilata per la conquista dell'ambita statuetta per il miglior attore protagonista, l'Academy sceglie le storie vere, vissute. Il favorito Philip Seymour Hoffman in Capote, che fa rivivere il celebre scrittore americano attraverso un minuzioso lavoro di mimetismo, finalmente salito al gradino di protagonista dopo i vari precedenti ruoli sempre nelle file secondarie, batte il protagonista di un altro biopic, Joaquin Phoenix che per Walk the Line ha vestito perfettamente i panni del cantante Johnny Cash, emulando gesti, abitudini ma soprattutto una capacità vocale strabiliante, davvero simile a quella di Cash.
A tallonare i due, c'erano anche David Strathairn con l'arduo compito di portare sullo schermo un personaggio importante e realmente vissuto, il giornalista Edward R. Murrow in Good Night and Good Luck; a seguire il cowboy sensibile Heath Ledger di Brokebak Mountain, e fanalino di coda, Terrence Howard, aspirante rapper in Hustle & Flow. C.L.


Reesewitherspoon.jpg Anche se i maligni sostengono che quest'anno non sia stato tra i più rosei per le attrici d'oltreoceano e non, la categoria non ha mancato di proporre diversi nomi interessanti. Alla fine della fiera la migliore è risultata essere Reese Witherspoon, che assieme a Joaquin Phoenix è stata rappresentante di un film finito troppo poco sotto la luce dei riflettori: Walk the Line. In nomination era arrivata anche Keira Knightley, che per Orgoglio e pregiudizio ha interpretato la bella Elizabeth Bennet. Abbastanza convincente anche Charlize Theron, che in un anno pieno di successi (ha partecipato anche a Match Point di Woody Allen) avrebbe potuto coronare il tutto con l'ambita statuetta. Brillante a dir poco anche Felicity Huffman in Transamerican, nei panni di un uomo che cerca in tutti i modi di diventare donna. Una parte complessa e delicata da mettere in scena, che la quarantenne di Belford ha saputo rendere in maniera davvero molto particolare. A chiudere il cerchio per le nomination del ruolo femminile va ricordata Judi Dench che ha interpretato il ruolo di una ricca vedova che cerca di combattere disperatamente la solitudine in Lady Henderson presenta. V.B.


•• 06.03.06 ••
OSCAR 2006: Tutti i premi

MIGLIOR FILM
CRASH - Paul Haggis, Cathy Schulman

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
PHILIP SEYMOUR HOFFMAN in Capote

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
REESE WHETERSPOON in Walk The Line

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
GEORGE CLOONEY in Syriana

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
RACHEL WEISZ in The Costant Gardner

MIGLIORE REGIA
ANG LEE - Brokback Mountain

MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
CRASH

MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
BROKEBACK MOUNTAIN

[continua]
•• 06.03.06 ••
Oscar alla Carriera: Altman

RobertAltm_Grani_385688_400.jpg Hollywood paga dunque il suo debito a uno dei cineasti che più ha snobbato nel corso degli anni: Robert Altman. Il suo Oscar alla carriera è un premio doveroso e coraggioso, per uno dei registi americani più instancabilmente innovatori, anche se i maligni sostengono che dopo gli anni 70 si sia un po' limitato a riprodurre la formula che aveva inventato con capolavori come Nashville o Un matrimonio. Un modo di raccontare l'America spesso corrosivo, quasi sempre corale, stratificato e capace di un naturalismo sorprendente con la sola forza dello stile, della sua macchina da presa mobilissima e discreta, che sa spiare dal vivo la vita a stelle e strisce come nessun'altra.
Un autore estremamente versatile (dalla fantascienza di Quintet al camp di Popeye al giallo di Gosford Park a meteore indefinibili come California Poker a satire velenose come I protagonisti) che negli anni ha saputo però mantenere una visione del mondo (e un punto di vista morale) coerente e riconoscibile.
M.G.


labestianelcuore.jpg Non ce l'ha fatta il "nostro" La bestia nel cuore di Cristina Comencini, battuta da Tsotsi. La Comencini ha comunque il merito di aver riportato l'Italia tra i migliori cinque film stranieri, cosa che non accadeva dalla Vita è bella di Benigni. All'interno della categoria erano comunque ben diverse le tematiche affrontate dalle altre quattro pellicole in nomination, tutte incentrate sull'impegno sociale e sul tema storico. Da Joyeux Noël di Christian Carion, ambientato alle soglie della I Guerra Mondiale, alla coproduzione franco-tedesco-olandese Paradise Now, di Hany Abu-Assad incentrato sul conflitto Israelo-Palestinese. La Rosa Bianca, rappresentante della Germania, altra pellicola da sottolineare, segue le ultime ore di vita di Sophie Scholl , una giovane studentessa tedesca che insieme al fratello e pochi altri, nel 1943 in Baviera, tentò di opporsi al Nazismo con il gruppo della "Rosa bianca". Ha quindi vinto un'altra coproduzione, questa volta tra Gran Bretagna e Sud Africa, Tsotsi
la storia di un bambino nato e cresciuto in una baraccopoli nella periferia degradata di Johannesburg, in Sudafrica.
V.B.


Clooney-syriana.jpg Nella cinquina per il miglior attore protagonista, l'ha spuntata George Clooney e la sua impegnata e importante interpretazione nel film Syriana. Clooney, in gara con Syriana e Good Night and Good Luck, agguanta così la statuetta battendo il bel Jake Gyllenhall partner di Heath Ledger, nel pluricandidato Brokeback Mountain. La lista continuava con il bravo Paul Giamatti, che affiancava il pugile Russel Crowe nel drammatico Cinderella Man. Qualche chance verso l'ambita statuetta sembrava averne anche Matt Dillon per Crash. Chiudeva il cerchio William Hurt per il ruolo di Richie Cusack, nel thriller A History of violence di David Cronenberg. C.L.


_rachel_weisz.jpg Rachel Weisz si aggiudica l'Oscar per la categoria di miglior attrice non protagonista. L'attrice del poco premiato The Costant Gardner ha vinto contro una accanita concorrenza da affrontare,seppure quest'anno non siano state molte le parti importanti interpretate da donne. In una categoria che da molti è stata battezzata delle giovani promesse, le proposte non sono mancate. Se all'interno delle varie categorie abbiamo trovato i soliti 4-5 film, qui le cose sono andate diversamente essendo apparse diverse novità. Junebug è stato rappresentato da una discreta Amy Adams. Capote inoltre ha ricevuto un'ennesima nomination con Catherine Keener mentre Michelle Williams è stata l'unica donna candidata per il già super premiato I segreti di Brokeback Mountain. A chiudere l'elenco delle nomination troviamo Frances McDormand che grazie alla brillante interpretazione in North Country si è meritata la candidatura per l'ambita statuetta. Anche qui quindi una bella battaglia tra attrici che certamente non scompariranno dal panorama mondiale. V.B.


crash_dillon_newton.jpg Dopo la nomination dell'anno scorso per Million Dollar Baby, Paul Haggis vince la statuetta per la sceneggiatura di Crash, film altmaniano sullo sfondo di una soffocante Los Angeles.
Un'edizione degli Oscar improntata sulla valorizzazione dei talenti del cinema indipendente: per confermarlo basta scorrere le nomination per la migliore sceneggiatura originale. L'Academy ha scelto una cinquina nella quale non figurano blockbuster. Spicca il nome di Woody Allen, il cui accurato affresco dell'alta società inglese, Match Point, tenterà di sfatare la tradizione nega la statuetta al regista newyorkese. Insieme a quest'ultimo, due soggeti a carattere fortemente politico: il thriller di ambientazione mediorientale Syriana e la parabola dei martiri del maccartismo di Good Night, and Good Luck. Nel primo Stephen Gaghan sperimenta una radicale destrutturazione dello script, nel secondo Clooney e Heslov costruiscono un racconto corale e di atmosfera. Infine un outsider, trionfatore al Sundance, l'indipendente The Squid and the Whale sceneggiato da Noah Baumbach.
M.B.


History-Of-Violence.article_0.jpg Brokeback Mountain sfiora l'en plein, vincendo anche nella categoria delle sceneggiature non originali. Il soggetto è di Diane Ossana e dell'autore di western Larry McMurtry. Dan Futterman è invece sceneggiatore di Capote, tratto dal libro di Gerald Clarke sull'esperienza del grande scrittore americano, alle prese col suo classico A Sangue Freddo. Il mediocre fumetto noir di John Wagner, A History of Violence, è stato plasmato e stravolto da Josh Olson, capace di rendere le atmosfere della gangster-story perfettamente cronenberghiane. Controverse le sceneggiature di Munich e The Constant Gardener. La prima, tratta dal libro storico di George Jonas, è una ricostruzione della strage delle Olimpiadi del 1972. La seconda, adattata da Jeffrey Caine, proviene dalla spy-story di John le Carré, ambientata nell'Africa devastata dalle multinazionali. M.B.
•• 06.03.06 ••
Oscar 2006: Miglior Montaggio

constant-gardener-the-20050804003504013-000.jpg Vince Crash, un intricato labirinto di punti di vista, impronatato sulla coralità dei molteplici personaggi, e strutturato in un complesso montaggio architettonico realizzato da Hughes Winborne.
Una delle poche nomination, consolatorie, per l'ultimo film di Ron Howard, va al montaggio classico di Cinderella Man, realizzato da Daniel P. Hanley e Mike Hill. Claire Simpson è autrice del montaggio più originale, quello di The Constant Gardener, convulso e frammentario, strutturato in un vortice di flashback e flashforward. Dinamico e accattivante, come ormai assodato negli ultimi lavori di Spielberg, il ritmo di Munich, montato da Michael Kahn, capace di dare slancio ad un film altrimenti troppo denso. Michael McCusker ha realizzato il montaggio "musicale" di Walk the Line, cimentandosi con le riprese dei concerti, ricostruiti nel film sulla star del country Johnny Cash.
M.B.


•• 06.03.06 ••
La rivincita di King Kong

08_small.jpg Uno dei grandi esclusi dalla competizione principale degli Oscar 2006 è stato sicuramente King Kong. Il colosso di Peter Jackson, spodestato senza tanti complimenti da Miglior Film, Miglior Regia e analoghi, diventava dunque subito il film da battere per la categoria degli Effetti Speciali. La casa responsabile degli effetti di King Kong è la WETA di Jackson, che ha partecipato anche agli effetti speciali di Le cronache di Narnia, uno dei tre concorrenti, insieme alla lucasiana Industrial Light and Magic. Quest'ultima è la principale responsabile degli effetti del terzo candidato: La guerra dei mondi di Spielberg. Più che uno scontro tra film, in questo senso, uno scontro tra le due compagnie principali oggi sulla piazza nel settore.
Uno scontro vinto dalla WETA, che ha così riscattato le enormi ambizioni (artistiche, produttive e quant'altro) di un progetto, King Kong, verso il quale il pubblico non è stato eccessivamente favorevole.
Ma è anche una consacrazione personale di Richard Taylor, coordinatore degli effetti speciali, partner di lunga data del regista neozelandese, arrivato ormai al quinto Oscar, dopo i due (oltre che per gli effetti anche per il trucco) per Il signore degli anelli: La compagnia dell'anello e i due (sempre effetti e trucco) per Il signore degli anelli: Il ritorno del re.
M.G.


14.jpg
Il premio per la fotografia raduna quest'anno un gruppo di talentuosi "cinematographers" più o meno giovani, nessuno dei quali ha comunque mai raggiunto un riconoscimento maggiore.
Dalle oscurità di Batman Begins (grazie all'esperto Wally Pfister), alle luminosità aurorali del messicano Lubezki (The New World) e a quelle dolenti di Brokeback Mountain (Rodrigo Prieto), al bianco e nero di Robert Elswit (Good night, and Good luck).
La consacrazione però è per Dion Beebe (Memorie di una geisha) direttore della fotografia già di una certa esperienza (si è imposto all'attenzione con gli ultimi film di Michael Mann e Jane Campion), e dallo stile riconoscibile, giocato su tonalità notturne e taglienti.
M.G.


Wallace & Gromit.jpg In una categoria che a spallate prova a farsi spazio nel panorama dei festival internazionali, si aggiudica il premio come miglior film di animazione Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro, commedia brillante in cui l'ormai celebre inventore Wallace e il suo fedele cane Gromit sono chiamati a disinfestare la residenza di Lady Tottington che ha subito una vera e propria invasione da parte di insaziabili animaletti. Un'ottima sfida all'interno di una categoria che a spallate prova a farsi spazio nel panorama dei festival internazionali. Seppure siano solo in tre a rappresentare la categoria agli Oscar di quest'anno, si tratta senza dubbio di pellicole quanto mai significative. Altro concorrente di lusso era infatti la pellicola di un Tim Burton in forma smagliante, La Sposa Cadavere, simpatica e certamente originale non solo per quanto riguarda gli effetti speciali, ma soprattutto per la particolare sceneggiatura. Altrettanto interessante sembra essere Il Castello errante di Howl, parabola sulla terza età e sull'arte di affrontarla senza angosce. Da un po' di tempo a questa parte le più importanti case di produzione non mancano di sfornare almeno un film di animazione all'anno. La ricetta funziona, attira e sembra incuriosire il pubblico. Sfatato il tabù che legava questo genere di film ad un pubblico di bambini, trame e pellicole hanno offerto davvero un'ampia scelta. V.B.

bestiacuore.jpg Come spesso succede, anche quest'anno l'Academy concede diverse soddisfazioni all'Italia sul lato tecnico, candidando alla statuetta diverse "maestranze" di prestigio.
Per Gabriella Pescucci, costumista, non è nemmeno una novità. Già nel 1990 ricevette la nomination per Le avventure del barone di Munchausen, e nel 1994 si portò addirittura a casa l'Oscar per L'età dell'innocenza. Questa volta, candidata per La fabbrica del cioccolato, non è riuscita a vincere, ma ha comunque aggiunto un riconoscimento di pregio a una carriera già molto premiata.
Nulla di fatto nemmeno per il pisano (trapiantato a Londra) Dario Marianelli per la miglior colonna sonora originale (di Orgoglio e Pregiudizio), la cui nomination è comunque una prima consacrazione di spicco dopo una lunga gavetta di scores, oltre che per il cinema, anche per il teatro e la TV.
Non è riuscita a portare a casa l'ambita statuetta neanche Cristina Comencini, che ha comunque riportato in auge l'Italia nella categoria di Miglior film straniero con La bestia nel cuore. Negli States il film (che uscirà poco dopo la cerimonia) è stato accolto in modo abbastanza favorevole criticamente, il che fa ben sperare. M.G.


•• 06.03.06 ••
Oscar 2006: Presenta Jon Stewart

Jon_Stewart.jpg Dopo la discutibile prestazione del volto di talk show David Letterman qualche anno fa, tutto ci si poteva aspettare dal comitato organizzatore degli Academy Awards salvo che far cadere di nuovo la scelta su un personaggio del piccolo schermo. Invece è toccato a Jon Stewart. Evviva, dicono quelli (pochi) che lo conoscono al di fuori degli Stati Uniti.


Violetta Bellocchio

[continua]